Archivio del CAI di Roma

La Soprintendenza ha da tempo intrapreso un'iniziativa di tutela del settore degli archivi sportivi. Il riordinamento e l’inventariazione dell’archivio del CAI di Roma rappresenta il primo esempio.
L'archivo cartaceo comprendeva circa 160 pezzi tra faldoni e scatoloni ammucchiati in terra in una stanzetta denominata dai soci “magazzino”; il fotografico 1.000 lastre fotografiche ed un migliaio di fotografie raccolte in album, oltre a moltissime foto sciolte, pellicole fotografiche e “pizze” per un totale di circa 20.000 immagini.
Tutta la documentazione riguarda un arco temporale  che va dal 1873 sino ai nostri giorni e documenta con buona continuità la storia e l’evoluzione dell’associazione, senza gravi dispersioni.
La sezione romana, per il fatto di essere collocata nella capitale, condensa un  patrimonio storico documentario rilevante di carattere nazionale all’interno del mondo degli archivi della cultura e dello sport.


L'ARCHIVIO

Assemblee e verbali dei consigli 1875-1992 - bb. 9
La serie comprende documentazione di pertinenza dei due organi che da sempre rappresentano le colonne portanti dell'associazione: l’Assemblea dei soci e il Consiglio direttivo.
L’Assemblea dei soci è l’organo sovrano dell’associazione, rappresentativo di tutti i soci, con funzioni deliberative; a essa tra l’altro spetta l’elezione dei rappresentanti della Sezione (“delegati”) presso due organi dell’organizzazione centrale del CAI, che sono l’Assemblea dei delegati e il Convegno Centro meridionale insulare (Cmi) delle Sezioni del CAI.
Il Consiglio direttivo, composto dal presidente, due vicepresidenti e undici consiglieri, è invece l’organo esecutivo cui competono tutti i provvedimenti relativi all’amministrazione della Sezione [1].
Oltre ai verbali, non sempre completi — che ricoprono un arco cronologico che si estende, con alcune lacune, dal 1875 al 1992 —, si rinviene soprattutto corrispondenza riguardante i soci - inclusa quella relativa alle elezioni per le cariche sociali -, le loro richieste di ammissione e dimissioni.

Affari generali 1873-1989 – bb. 44
Gran parte dell'archivio è stata ordinata, per materia, tra gli anni Sessanta e Ottanta.
Comprende tra l'altro diversi fascicoli di carte riguardanti i vari aspetti della struttura della Sezione: soci, cariche sociali, regolamento della Sezione, sede sociale e suoi trasferimenti; inoltre, i rapporti di questa con singole personalità del mondo politico, scientifico, sportivo. Si tratta di corrispondenza raccolta in fascicoli o buste sotto la voce originaria Autografi e Atti.
Comprendendo ciascuno di questi fascicoli documentazione troppo scarsa per permettere la costituzione di serie a sé ed essendo anche riuscito impossibile, in fase di riordinamento, ricostruire le serie originarie, l’ordinatore ha costituito una serie logica in cui far confluire le sottoserie rinvenute.
Si è creata quindi la serie Affari generali come grande contenitore che raccoglie materiale relativo ai rapporti della Sezione: a) con le sue sottosezioni, costituite presso altre città e paesi, o anche presso società, enti pubblici e privati, e dotate di propri regolamenti; b) con vari enti ed associazoni; c) con altre Sezioni del CAI. È stata infine qui raccolta la documentazione che riguarda l'organizzazione centrale del CAI [2]: i suoi rapporti con la Sezione romana, i congressi nazionali  su temi di attualità del mondo alpinistico, e, ancora, le carte prodotte  dagli organi che costituiscono la sua struttura. 
Primi fra tutti il Consiglio centrale, organo consultivo e deliberativo, e l'Assemblea dei delegati, organo sovrano dell'organizzazione, con potere deliberativo, costituito dai rappresentanti di ciascuna Sezione. 
A questi organi vanno aggiunti la cosiddetta Reggenza di Roma delle Sezioni centro-meridionali, organo provvisorio istituito all'indomani della liberazione di Roma (4 giugno 1944) e in funzione fino all'anno successivo con lo scopo di riprendere i contatti con le Sezioni del CAI poste nei territori via via liberati, e la Delegazione romana, con funzioni di rappresentanza, istituita nella primavera del '47 allo scopo di rappresentare presso gli organi politici e amministrativi della capitale i vari rami di attività del sodalizio (spedizioni extraeuropee, rifugi alpini, soccorso alpino, ecc.).
L'archivio conserva una ricca documentazione relativa ai Convegni - tra questi, il Convegno Centro meridionale insulare (Cmi) delle Sezioni del CAI, di cui fa parte anche la Sezione di Roma - organismi, cioè, che raggruppano le Sezioni di regioni tra loro limitrofe, e i loro organi esecutivi, i Comitati di coordinamento.
Partecipano ai Convegni anche le Delegazioni regionali, che svolgono funzioni di rappresentanza delle Sezioni di ogni singola regione presso gli Enti locali, Regione, Provincia.
Hanno trovato posto in questa serie quattro buste di materiale vario, corrispondenza, relazioni, verbali, raccolto dal conte romano Alessandro Datti, presidente della Sezione romana dal 1953 al 1970, anno della sua morte [3].

Attività e manifestazioni 1894-1984 – bb.60
La serie che comprende un arco di tempo di circa un secolo è divisa in due tronconi.
La prima (Attività) è costituita dall'insieme dei progetti e delle iniziative realizzate dai gruppi, dalle scuole, dalle commissioni operanti all'interno della Sezione per raggiungere il fine espresso, già nel 1863, nell'art. 1 dello statuto generale del CAI e cioè “la conoscenza e lo studio delle montagne, specialmente quelle italiane, e la difesa del loro ambiente naturale”.
La seconda (Manifestazioni) documenta l'organizzazione di mostre, conferenze, feste di vario genere, tra cui manifestazioni di propaganda, feste “del fiore”, “dell'uva”, “delle castagne”.
La documentazione relativa alle manifestazioni si riferisce soprattutto al periodo fascista e testimonia l’espressione dell'“entusiasmo cosiddetto dopolavoristico”, tipico dell'era fascista e degli anni ad essa immediatamente successivi” [4] e le manifestazioni svolte in occasione dei vari anniversari della fondazione della Sezione, dal venticinquesimo (1898) fino alla celebrazione del centenario (1973).
La Sezione di Roma è stata la prima fra le Sezioni del CAI a fondare, negli anni Venti, uno gruppo specifico per la pratica dell'escursionismo dei giovani delle scuole: il gruppo ESCAI (Escursionismo Scolastico CAI).
Già alla fine dell'Ottocento, la Sezione di Roma, sull'esempio di analoghe iniziative sorte in altre sezioni, istituiva un'apposita commissione.
In fase di riordinamento si è ritenuto opportuno dividere la documentazione riguardante le attività dei giovani in due  sottoserie: Commissione centrale per l'alpinismo giovanile e Escursionismo e alpinismo giovanile.
La prima comprende tutta la documentazione raccolta da Carlo Pettenati [5].
La seconda comprende la documentazione relativa a iniziative attuate sia a livello nazionale (i gruppi ESCAI delle varie Sezioni) sia a livello locale (il gruppo ESCAI di Roma) [6]. Oltre alle attività propriamente escursionistiche e in genere sportive, si trova documentazione su vari convegni, nazionali e internazionali, tra cui quelli organizzati dall'Unione Internazionale Associazioni Alpinistiche (UIAA), sui congressi nazionali del CAI [7], sui corsi di alpinismo, di aggiornamento e perfezionamento.
Questa sottoserie raccoglie tutto un complesso di documenti contabili riferiti  sia al gruppo ESCAI romano, sia  a quelli di altre Sezioni.
Un altro gruppo “storico” della Sezione, della cui attività l'archivio conserva testimonianza, è la cosiddetta SUCAI (Stazione Universitaria CAI) [8], con la sua scuola di alpinismo intitolata al socio Paolo Consiglio, uno dei più validi e sensibili animatori della sezione [9].
Anche la pratica dello sci ha avuto tra i soci dell'associazione un esordio precoce, come dimostra già nel 1909 la costituzione del Gruppo Romano Skiatori con l'“iscopo di volgarizzare lo sport dello ski e gli altri sports invernali nell'Italia centrale” [10]
Nel 1927 si istituirà poi lo Sci Club Roma che, pur non costituendo un gruppo interno alla Sezione, avrà tra i suoi fondatori e tra gli iscritti molti soci del CAI romano.
Nel 1945 sarà la volta dello Sci CAI Roma, che prosegue a tutt'oggi la sua  attività curando di questo sport l'aspetto didattico, escursionistico, agonistico. In seguito, nel 1970, nasceranno la Scuola di sci-alpinismo e nel 1974 il Centro sociale di addestramento allo sci di fondo, che nel 1985 diventerà Scuola di sci di fondo escursionistico, con corsi tenuti da istruttori riconosciuti dalla Commissione nazionale sci di fondo escursionistico (CONSFE), organo centrale del CAI. Per quanto riguarda l'attività speleologica, risale al 1904 la costituzione del Circolo speleologico romano, al quale nel 1971 succederà il Gruppo speleologico CAI Roma. L'attività del Gruppo, svolta con scopi sia scientifici sia sportivi, porterà all'esplorazione, al rilevamento e anche alla scoperta di molte grotte nell'Italia centrale.
Vita breve è invece quella del gruppo del Coro sezionale, della cui storia è stato trovato nell'archivio un solo fascicolo [11] di carte comprese tra il 1982, anno della sua fondazione, e il 1984.
Sul fronte ambientalista, risalgono alla fine dell'Ottocento le prime iniziative della Sezione romana in difesa della natura. Sono del 1895 le prime proposte per il rimboschimento del Gran Sasso. Tuttavia, soltanto nel 1963 si costituirà, in seno alla Sezione, una Commissione per la protezione della natura montana, la cui eredità passerà nel 1984 all'attuale Commissione Tutela ambiente montano, che tanto hanno contribuito all'istituzione di aree protette sul territorio italiano, specialmente nel Centro-Sud, e in genere alla sensibilizzazione su temi ecologici e giuridici. Qui però si trova in realtà raccolta, più in generale, documentazione su vari progetti di salvaguardia ambientale.
Infine, altra componente “storica” della Sezione è rappresentata dalla Commissione gite, affiancata, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, dalla Commissione accantonamenti.
Risale al luglio 1874 la prima gita sociale e l'attività escursionistica è proseguita regolarmente, a parte l'interruzione forzosa nei due periodi bellici, fino a oggi.
Tre volumetti e un fascicolo contengono poi notizie su altre commissioni sezionali [12].

Rifugi, opere alpine, guide e portatori 1884-1976 – bb. 60
Costituiscono questa serie i progetti di alcuni rifugi [13] di proprietà della Sezione, la corrispondenza relativa alla loro gestione e quella relativa a vari altri rifugi, specialmente dell'Appennino.
La documentazione conserva testimonianza di altri soggetti legati in vario modo al mondo dell'alta montagna: tra questi, la Colombaia di Assergi (L'Aquila) [14]. Segue la corrispondenza riguardante le prime guide locali e i portatori dell'Appennino [15].

Spedizioni alpinistiche 1954-1987 – bb. 6
Si fa riferimento ad alcune spedizioni progettate e/o realizzate tra il 1956 e il 1970.
È la documentazione relativa alla conquista del K2, avvenuta nell'agosto del 1954, ad aprire questa serie.
La Sezione romana contribuì all’impresa solo dal punto di vista finanziario, ma appena cinque anni dopo organizzerà essa stessa un'altra “prima” sempre nel continente asiatico, conquistando il Saraghrar Peak (7439 m).
Il materiale documentario, in parte disomogeneo, che compone questa serie copre un arco cronologico molto ampio, che giunge fino agli anni Novanta.
In fase di riordinamento è stata qui inserita anche una busta con documentazione di pertinenza della Delegazione romana, tra i cui compiti, come si è visto, rientra anche la cura di pratiche relative alle spedizioni.

Biblioteca studi e pubblicazioni 1894-1988 – bb. 6
In questa serie è stato compreso il materiale riguardante, da una parte, le pubblicazioni edite dalla Sezione romana dalla fine dell'Ottocento fino agli anni Novanta [16], dall'altra notizie edite in diverse pubblicazioni di carattere alpinistico.

Contabilità 1962-1991 – bb. 10
La documentazione rinvenuta è ordinata con un criterio uniforme: a ogni voce di bilancio corrisponde un fascicolo, ma soltanto a partire dagli anni Ottanta.
Anche per questo limitatissimo periodo, però, la documentazione per alcune annate è incompleta. In forma sintetica, sono qui raccolti i bilanci sezionali di circa un trentennio, dal 1962 al 1991.

Fondo Delisi 1984-1987 – bb. 4
È così denominata la serie che raccoglie la documentazione raccolta da Bruno Delisi, promotore del progetto per il riordinamento e l’inventariazione dell’archivio, durante il periodo in cui ha presieduto la Sezione dal 1984 al 1987.
Le carte testimoniano delle iniziative svolte in quegli anni dal CAI di Roma, tra cui la revisione dello statuto sezionale [17], necessaria in vista del riconoscimento di “persona giuridica” ottenuto poi dalla Sezione nel 1991.
Sotto l'aspetto sportivo e più in generale culturale, la manifestazione 100 giorni di sport al Foro Italico (edizioni 1985 e 1986), organizzata in collaborazione con il CONI, incentrata sul fenomeno dell'arrampicata sportiva [18], allora sport emergente. Interessante anche la documentazione relativa al cinema di montagna. Delisi attualmente riveste l’incarico di presidente della Commissione cinematografica centrale, con sede a Milano. Le carte fanno riferimento soprattutto alla manifestazione indetta annualmente nella città di Trento, il Trento Film Festival [19]. Delisi oltre che presidente della sezione, dal 1984 al 1988, è stato anche, direttore del periodico sezionale “L'Appennino”.


[1] Il presidente può essere sostituito in caso di impedimento dai vicepresidenti. Oltre ad essere il rappresentante legale dell'associazione di fronte a terzi, può, in caso di urgenza, assumere i poteri del Consiglio direttivo prendendo i provvedimenti che sarebbero di competenza di quest’ultimo.

[2] La sede centrale del CAI fu in origine a Torino; nel 1928 venne trasferita a Roma, e infine, a partire dal 1943, a Milano, dove si trova tuttora.

[3] Datti ricoprì tra le altre  cariche quella  di vicepresidente generale del CAI, interessandosi attivamente dei problemi legati al turismo. Fu tra l'altro membro del Consiglio centrale del turismo, organo del Ministero del Turismo e dello Spettacolo e partecipò alla difesa dell'ambiente, in convegni, riunioni, commissioni di studio promossi da vari organi politici e scientifici.

[4] Cfr. Assemblee e Verbali dei consigli 1875-1992; b. 4, vol. 11: verbale della riunione del Consiglio direttivo  sezionale del 14 dicembre1948.

[5] Nella Commissione (organo centrale, non sezionale), Pettenati ricoprì le cariche di rappresentante. Dal 1954 “delegato” per le Sezioni incluse nella zona di sua competenza; segretario dal 1956; vicepresidente dal 1962 e infine  presidente dal 1966, fino all'anno della sua morte, il 1975. In qualità di presidente svolgeva un compito di intermediazione tra le Sezioni, i loro “delegati” e la sede centrale, per la promozione di iniziative a favore dei giovani dei gruppi ESCAI di tutto il territorio nazionale.

[6] Di questa, Pettenati fu reggente dal 1953 al 1975.

[7] La corrispondenza che vi si riferisce riguarda esclusivamente gli accordi tra Pettenati e la Sede centrale circa l'invio di giovani a tali adunanze.

[8] Per notizie su questo gruppo e sulla sua scuola di alpinismo cfr. l’introduzione storica.

[9] Paolo Consiglio nacque a Roma nel 1927, perse la vita nel 1973, sulla via che da Namche Bazar porta ai piedi dell'Everest. Egli fu uno dei più validi alpinisti del dopoguerra; si occupò soprattutto di spedizioni extraeuropee e della salvaguardia dell'ambiente. Rivestì varie cariche sociali, fu presidente della Commissione centrale per la protezione della natura alpina; vicepresidente del gruppo orientale CAI dal 1953 e membro della Delegazione romana.

[10] Cfr. Statuto del Gruppo Romano Skiatori (1913), art. 1, in b. 87, fasc. 169, allegati.

[11] Cfr. b. 89, fasc. 1.

[12] Cfr. b. 92, fascc.195-198; cfr. b. 105.

[13] Per quanto riguarda i rifugi, si fa notare che l'intitolazione “Roma” appartiene a due diversi fabbricati: l'uno, alle Tre Cime di Lavaredo (Bolzano), fu soltanto progettato nel 1926; l'altro, posto alle Vedrette di Ries, nelle Alpi pusteresi, apparteneva in origine alla Sezione di Kassel del Deutcher und Österreichischer Alpenverein, da cui il nome originario, Kasseler Hütte. Alla fine della Prima guerra mondiale fu devoluto - come avvenne anche per tutti gli altri rifugi alpini già appartenenti a Enti ex nemici - al Demanio dello Stato e assegnato al Ministero della Guerra, che lo concesse in esercizio all'Ente UNITI (Unione Nazionale Industrie Turistiche Italiane), del quale assunse il nome (Rifugio UNITI alle Vedrette di Ries). Nel 1926, per iniziativa del presidente di tale Ente, Ludovico Silenzi, socio della Sezione di Roma del CAI, venne a quest'ultima trasferito assumendo nel 1940 la denominazione Rifugio Roma, che conserva tuttora. La Sezione romana ne è concessionaria ma non proprietaria.

[14] Cfr. b. 116, fasc. 8.

[15] I portatori erano coloro che accompagnavano gli alpinisti sulle vette, incaricati inoltre di vigilare sullo stato del rifugio loro assegnato.

[16] Cfr. il periodico sezionale “L’Appennino”.

[17] Cfr. b. 158.

[18] Ibidem.

[19] Cfr. archivio fotografico, Pellicole cinematografiche.