PEC: sab-laz@pec.cultura.gov.it e-mail:  sab-laz@cultura.gov.it  tel: (+39) 06 67233716

Soprintendenza archivistica e bibliografica del Lazio

Sovrapposizione delle strutture rinvenute sotto il Convento di San Francesco a Ripa (in rosso) sulla ricostruzione delle Forma Urbis Marmorea


Carta Archeologica di Roma, tav. V, settore G, scheda n. 41, 1913


Documentazione

L’archeologia nell’area del Complesso monumentale di San Michele

Cosa c’era nell’antichità? Una breve storia dei rinvenimenti

La zona del Complesso di San Michele era compresa nell’antichità nella Regio XIV augustea Trans Tiberim. La topografia antica dell’area in cui sorge ora il Complesso monumentale di San Michele era caratterizzata dalla presenza in parte di abitazioni e in gran parte di magazzini, realizzati soprattutto in funzione del carattere commerciale del fiume. Due grandi assi viari, corrispondenti rispettivamente alla via di San Michele, identificata con l’antica via Campana Portuense e alla parallela via Anicia, si impostano sopra  tracciati viari antichi.  Indagini di scavo, condotte in più riprese negli anni 1983-1987 per conto della ex  Soprintendenza Archeologica di Roma, hanno riportato in luce, alle spalle del Complesso di San Michele, nell’area della Caserma di Polizia a cavallo “Lamarmora”, in via Anicia n. c. 23, un’ampia area archeologica estesa per ca. mq. 1200, per una profondità di oltre m. 6.

La scoperta, di grande importanza per la conoscenza della topografia antica di questo settore della città, ha rivelato l’esistenza di strutture relative a una continuità insediativa, con funzioni prima abitative, caratterizzate da ricchi pavimenti a mosaico, poi commerciali, pertinenti  un arco cronologico che si estende dal periodo repubblicano al tardo antico. I resti sono a tutt’oggi conservati al di sotto di una pavimentazione  adibita a galoppatoio dei cavalli.

Scoperte del secolo scorso hanno messo in luce nei sotterranei della vicina Basilica di S. Cecilia parte di una grande domus con un primo impianto risalente alla fine del II sec. a.C., ristrutturata in età augustea e poi inglobata in un'insula del II sec. d.C. Recenti indagini hanno consentito di ampliare la conoscenza del complesso monumentale.

Nuovi importanti ritrovamenti sono avvenuti ancora nelle immediate vicinanze del Complesso di San Michele, presso il Convento di San Francesco a Ripa, che oggi ospita il Reparto Operativo del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, nel corso dei lavori di restauro eseguiti dalla ex Soprintendenza per i Beni Architettonici e il Paesaggio. Le indagini archeologiche, dirette dalla ex Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma  negli anni 2009-2011, portarono alla luce ambienti in opera laterizia, di età imperiale, articolati per lo meno su due piani, coperti da volte a crociera, che in alcuni punti conservavano pavimenti in mosaico in bianco e nero, modificati successivamente per finalità commerciali, come testimonia il ritrovamento di reperti atti a tale uso.

Queste ultime scoperte confermano la trasformazione dell’area da residenziale a commerciale, con la realizzazione di complessi di magazzini,  ampiamente delineati nella tav. 33 della Forma Urbis Severiana (la pianta catastale di Roma antica incisa su lastre di marmo, realizzata all’epoca di Settimio Severo) e che dovevano estendersi anche nell’area del Complesso di San Michele. E’ stato possibile operare perfino una sovrapposizione degli ambienti recentemente ritrovati con quelli indicati nella Forma Urbis Severiana. Gli scavi hanno inoltre restituito strutture e oggetti relativi alla vita e alla storia del Convento francescano.

Analoghi risultati che riconducono al rinvenimento di una monumentale conceria e di una necropoli di età tardo medievale e moderna sono emersi da recenti scavi condotti tra il 2013 e il 2016 eseguiti sotto la direzione dell’ex Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Roma,  presso palazzo Leonori in via delle Mura Portuensi, subito fuori Porta Portese. Sulla base dei nuovi dati stratigrafici e del riesame della documentazione letteraria, epigrafica e cartografica antica e moderna, si è proposto di identificare nelle strutture della conceria i Coraria Septimiana, gli impianti per la lavorazione delle pelli fatti realizzare in Trastevere da Settimio Severo, e nell’area sepolcrale il Campus Iudeorum, la necropoli utilizzata dagli ebrei di Roma tra il XIV e il XVII secolo.

Notizie di altri rinvenimenti proprio in via del Porto si apprendono dalle schede inedite della Carta Archeologica di Roma (Archivio Storico Soprintendenza Archeologica di Roma). Nel 1913, nella costruzione di una fogna in via del Porto, si rinvennero alla profondità di m. 2,50, avanzi di ambienti in opera laterizia, corredati da sei doli per la conservazione delle derrate, allineati e conficcati nel terreno, interpretati come horrea presenti in quella zona, ritrovamento che aggiunge un tassello alla conoscenza di elementi strutturali relativi all’assetto dell’antico quartiere commerciale.



Ultimo aggiornamento: 14/02/2024